Educazione di genere a scuola: che cos’è e perché ne abbiamo bisogno

Educazione alla parità di genere a scuola: cos’è e perché è importante che insegnanti ed educatori la integrino nella quotidianità a scuola

Hai mai sentito parlare di educazione di genere a scuola?

Si tratta dell’insieme delle azioni educative messe in atto quotidianamente in mabito scolastico che riguardano le differenze tra i sessi, i ruoli e la parità di genere.

In questo articolo ti spiego perché è necessario che insegnati ed educatori la integrino nelle attività a scuola rendendola parte della propria quotidianità con bambini e bambine.

giocattoli da maschi e da femmine

Fare l’insegnante significa essere consapevole che quando ci si prende in carico un bambino e la sua educazione, ci si prende in carico tutto il suo mondo e tutti i suoi mondi circostanti. La sua famiglia, il suo passato, il suo futuro, l’ambiente in cui è cresciuto, tutte le influenze a cui è stato esposto, i suoi sogni. Non da ultimi ci si prende in carico anche gli stereotipi incamerati: tutto ciò è imprescindibile parte del pacchetto.

Impastare la quotidianità di azioni volte all’educazione alla parità di genere significa contribuire a riequilibrare secoli di storia sessista. I nuovi nati e le nuove nate li ereditano quotidianamente dalla nostra cultura anche e soprattutto sotto forma di stereotipi.

Educare alla parità di genere: cosa fare in classe

Immagine famiglia

Nel caso di contesti scolastici, lo scopo è quello di offrire un ambiente di apprendimento rispettoso delle peculiarità personali. E come si può creare un ambiente che rispetti e valorizzi le caratteristiche di ognuno di noi? Ad esempio, dando rappresentazione e facendo conoscere a bambini e bambine tutti i ruoli di genere possibili.

Infatti

bambini e bambine si costruiscono la loro idea di mondo in base all’idea di mondo che noi offriamo loro.

Mi spiego meglio: se leggiamo racconti in classe dove i protagonisti coraggiosi ed impavidi sono solo maschi, dobbiamo essere consapevoli che stiamo dando un’idea di mondo in cui i solo i maschi possono essere coraggiosi.

Se leggiamo libri ad alta voce ponendo l’attenzione su chi li ha scritti e proponiamo solo opere di scrittori maschi, allora dobbiamo essere consapevoli che nella visione di mondo che stiamo offrendo, solo i maschi possono diventare scrittori affermati.

Se decidiamo di proporre distinzioni tra i vari tipi di giocattoli, dove ad esempio bambole e stoviglie sono per le femmine e macchine e attrezzi sono per i maschi, dobbiamo essere consapevoli che stiamo invitando i nostri bambini e le nostre bambine a costruirsi un’idea di mondo in cui è giusto che le femmine siano dedite alla cura privata e all’assistenza e i maschi alla produzione ed al lavoro.

Consideriamo che la scuola è proprio il luogo centrale di produzione della socialità dei ragazzi e delle ragazze, degli adulti di domani. Assieme all’ambiente famigliare, è il luogo modello dove per imitazione si apprendono le dinamiche relazionali.

Coloro che si occupano di educazione a scuola possono davvero fare la differenza includendo nei propri obiettivi quotidiani l’educazione alla parità di genere ed alla tolleranza.

Educare senza stereotipi: essere un buon esempio funziona, sempre!

educazione di genere a scuola simbolo

Chi studia e lavora in ambito educativo, sa quanto l’educazione si svolga principalmente in un modo tanto banale quanto fondamentale: attraverso il dono di buoni modelli da copiare, da assimilare per imitazione.

Anche nell’educazione ai ruoli sessuali l’osservazione di modelli adulti è molto importante.n

E’ proprio osservando gli uomini e le donne che li circondano che i bambini e le bambine imparano quali sono le aspettative che la società ha su di loro. Queste aspettative influenzano inevitabilmente anche i loro desideri e le loro ambizioni, sia da piccoli che una volta cresciuti.

La letteratura a cui decidiamo di esporre le nostre bambine e i nostri bambini svolge lo stesso tipo di influenza. Il racconto funge da specchio in cui il lettore o la lettrice può vedere riflesse parti di sé, il sé presente ed il sé futuro. Questo processo di identificazione si avvia quando il lettore o la lettrice sente vicinanza psicologica con uno dei personaggi, rispecchiandosi nei suoi pensieri e nei suoi desideri. Attraverso la letteratura, bambine e bambini possono fare le “prove generali” della vita, in modo protetto e senza farsi male.

 Da queste considerazioni, è intuibile quanto sia importante esporre bambine bambini ad una letteratura di qualità. Così di potrà contribuire ad aprire nuovi scenari di costruzione di un mondo più equo e tollerante.

Bambina che legge

Leggiamo racconti in cui anche le femmine sono delle esploratrici e anche i maschi lavano i piatti.

Raccontiamo storie in cui anche le bambine si arrabbiano e anche i maschi si commuovono di tenerezza.

Proponiamo letture che parlano di mamme che lavorano molte ore e che la sera si riposano in divano mentre i papà preparano la cena.

Libri e opere salvifiche, dove tutto è possibile e molto è rovesciato.

Educazione alla parità di genere a scuola (ma non solo): tutti insieme è meglio

Orologio rosa e azzurro educazione di genere a scuola

Ora, giunti a questo punto, non mi resta che fare un appello:

Maestre e maestri, educatrici ed educatori, pedagogisti e pedagogiste, mamme, papà, nonni, zii… alleiamoci!

Mettiamo in atto una massiccia opera di prevenzione pedagogica a favore dell’umanità stessa!

Uno dei capisaldi di questa grande opera salvifica deve essere l’educazione alla parità di genere a scuola.

Solo così contribuiremo a tenere bambini e bambine lontane dagli stereotipi e dai luoghi comuni.

Solo così potremo offrire loro un presente ed un futuro più equo del nostro.

Luca Luigi Cavalli Sforza scriveva che ogni villaggio è un microcosmo che tende a riprodurre il macrocosmo dell’umanità intera ed è così che è la scuola. E’ attraverso il dono di buoni modelli e di buone prassi che si può compie un’efficace e globalizzata ri-educazione di massa.

La scuola deve proporsi come modello educativo attento ed aggiornato al tempo presente. Deve prendere posizioni chiare rispetto a tematiche educative calde. In questo modo il messaggio ai mondi famigliari prima o dopo arriverà chiaro.

Da un punto di vista sociale, la voce della scuola è autorevole ed istituzionale. Ha un grosso peso ed una grossa influenza sui grandi numeri, perché sono tantissime le persone con cui si interfaccia quotidianamente, le bambine, i bambini e le loro famiglie.

Da un punto di vista etico, ciò va fatto perché è la cosa giusta da fare, con l’imprescindibile supporto della teoria e della ricerca sul campo.

Tutto prima o poi arriva dove deve arrivare, con calma magari, ma prima o poi arriva. Nulla di ciò che si semina si semina a vuoto. Il piccolo microcosmo scolastico educherà così il grande macrocosmo dell’umanità intera, lentamente forse, ma inesorabilmente.

P.S.: penso che anche i governi e le istituzioni politiche abbiano il dovere di fare la loro parte. Se lo pensi anche tu, potrebbe interessarti approfondire l’argomento di questo articolo da un punto di vista legislativo, ne ho scritto qui.

Sei un educatore o un educatrice e hai svolto alcuni progetti o attività sull’educazione di genere con bambini e bambine? Conosci delle realtà scolastiche particolarmente virtuose in merito a questo argomento? Come genitore senti che questo tema sia importante per la crescita di tuo figlio o tua figlia? Scrivimi un commento qui sotto e parliamone insieme!

educazione di genere scuola primaria

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12 thoughts on “Educazione di genere a scuola: che cos’è e perché ne abbiamo bisogno

  1. Sono convinta anch’io che sia importantissimo avvicinare i bambini ai concetti di tolleranza e parità. Se la scuola riesce a supportare la famiglia in questo cammino, non possiamo che esserne contenti!

  2. Sono contenta che la scuola oltre al classico “leggere, scrivere, imparare” ecct si pensi a parlare di affrontare argomenti attuali e che possa così capire il bambino a gradi in quale mondo crescerà.

  3. Come hai scritto quasi alla fine: deve essere una alleanza. Sono dell’opinione che la scuola, in quanto spazio pubblico e democratico, debba insegnare ad avere rispetto per le differenze. Siamo diversi, e su questo non ci piove, partendo anche solo dal carattere. Educare viene dal latino, significa «trarre fuori», quindi bisogna tirare fuori il meglio da ogni bambino. Mi rendo conto che non è semplice. Ricordo di aver “sgridato” una mia amica perché aveva detto al figlio di 4 anni e mezzo: smettila di piangere sembri una femminuccia. Modo di dire sessista e fuorviante. Anche perché sappiamo benissimo che i bambini piangono, anche se maschi, e ci sono bambini tosti che non piangono, anche se sono femmine. Lei mi ha ringraziata, ma ovviamente quel modo di dire proviene da un modo di pensare molto più profondo, che non è certo grazie ad una frase che ho impedito di uscire fuori nell’educazione del suo bambino.

  4. Bellissimo articolo. Viviamo immersi in una società sessista e discriminante. Educare i nostri figli in famiglia, senza che la scuola ci supporti, può essere veramente arduo. Perché, almeno nei primi 10 anni, sono la famiglia e la scuola i due ambienti in cui primariamente si formano i bimbi prima e i ragazzi poi. Sostengo fortemente questi progetti che, però, vedo essere fortemente ostracizzati (per lo meno nella mia realtà)

  5. Sai cos’è? Per me tutto questo dovrebbe essere scontato, cioè, non dovrebbe esserci la necessità di farci una materia scolastica, perché, come altre prima di me hanno commentato, la forma mentis dovrebbe maturare in famiglia e in generale nella vita di tutti i giorni.
    Ma vedo che, ahimè, non è così, allora la scuola può sopperire a questa falla, a questa mancanza di educazione alla vita.
    Quante responsabilità ha il ruolo dell’insegnante! (io non me la sono sentita)

    1. E’ vero, dovrebbe essere scontato e hai ragione, purtroppo non è così. Per chiarezza, quando parlo di educazione di genere non intendo l’inserimento di una nuova materia a scuola, bensì l’utilizzo e l’integrazione di buone pratiche nella quotidianità scolastica riferite ai ruoli sociali di genere. Grazie Daiana!

  6. io credo che nella scuola si stanno introducendo troppe novità, troppi corsi dimenticando e tralasciando ciò che è il fine stesso della scuola ossia scrivere leggere e far di conto

    1. Cara Amalia, immagino che per alcuni sia così. Per me il fine della scuola è quello di preparare al mondo vero, dove “si scrive, si legge, si fa di conto”, ma anche tante altre cose: tipo pensare, riflettere, agire e cambiarlo in meglio il mondo stesso, anche grazie a ciò che si apprende a scuola.

  7. Hai ragione, educare alla parità di genere è indispensabile e anche se credo che questo compito dovrebbe essere primariamente demandato alla famiglia, ugualmente mi rendo conto che spesso proprio le famiglie sono le meno capaci a trasmettere determinati concetti in ambito etico. Quindi ben venga la parità di genere come “materia scolastica”!

    1. Senza dubbio anche le famiglie devono fare la loro parte, hai ragione! La scuola in quanto luogo istituzionale privilegiato di educazione ha il compito di indicare la rotta da seguire alle altre realtà educative circostanti. Grazie per il tuo contributo!

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