Uno dei temi educativi che spesso mi porta a discutere con genitori, insegnati e adulti che hanno a che fare con il mondo dell’infanzia in generale è la questione delle lodi: cosa dire, cosa non dire o trovare altri modi di dire “bravo” a bambine e bambini.
Credetemi se vi dico che ho passato interi colloqui con genitori, aperitivi con amici, pranzi con parenti a parlare di questo argomento o di temi correlati.
Questo articolo lo dedico a descrivere altri modi di dire “bravo” o “brava” che potresti trovare utili se nel tuo percorso di genitore o insegnante stai riflettendo in questo momento su questo tema.
Non dire “bravo” non significa “non incoraggiare”!

Ciao
Sono Irene Cavicchioli e mi occupo di educazione rispettosa facendo (anche) la maestra alla scuola primaria.
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Inizio subito con un DISCLAIMER grande come una casa: qui non si mette in dubbio l’importanza di supportare, incoraggiare e guidare bambini e bambine. Non si mette in dubbio il dovere dei genitori (o degli insegnanti) di sostenere il processo di crescita facendo sentire i propri figli orgogliosi di sé o apprezzati dagli adulti di riferimento. Se hai letto altri articoli nel mio blog, come questo, ormai sai qual è la mia visione di infanzia, della scuola e il mio approccio.
Ti chiedo quindi di seguirmi nel ragionamento, con calma. Puoi sempre scrivermi se vuoi che ci confrontiamo insieme.
In merito ai modi di dire bravo, ecco alcune frasi che mi hanno detto o scritto molti genitori:
E se smetto di dire bravo, come faccio a farle capire che sono orgoglioso di lei?
I miei genitori mi hanno cresciuto a “potevi fare di più”. Io ora seppellisco mio figlio di bravo, perché non va bene?
E se non glielo dico io, non passerà il resto della vita a sperare di sentirselo dire da qualcuno?
Come faccio a far sentire mio figlio soddisfatto di sé se non gli dico “bravo”?
E se fa bene qualcosa, perché non dovrei dirle “brava” e lodarla?
Forse anche a te sarà venuta in mente una di queste domande perché probabilmente ci tieni allo sviluppo dell’autostima dei bimbi di cui ti occupi.
Ecco, lo sviluppo della fiducia in sé però sta alle lodi come la pizza surgelata sta ad una merenda sana. Per completezza rispetto all’argomento, ti suggerisco caldamente di leggere anche l’articolo Sviluppo della fiducia in sé nei bambini: le lodi servono? che amplia il discorso.
Altri modi di dire “bravo” a bambini e bambine

Già nell’articolo “Non dire bravo ai bambini! Perché dovresti evitarlo” ti ho dato qualche dritta a riguardo parlandoti anche di come dire “bravo” influisce sulla percezione dell’amore incondizionato da parte delle figure di riferimento. Ciò riguarda i bisogni primari di TUTTI i bambini e TUTTE le bambine.
Ora qui ti do qualche spunto in più. Se vuoi approfondire l’argomento e sai l’inglese, ti suggerisco anche di leggere anche questo articolo di Alfie Kohn.
Quindi, che cosa possiamo fare o dire al nostro bambino o alla nostra bambina nel momento in cui fanno qualcosa di davvero emozionante o che ci rende orgogliosi? Eccoti alcune alternative, altri modi di dire “bravo”:

1 . Possiamo decidere di non dire proprio niente. Molte volte un grande sorriso sincero e compiaciuto o una carezza spontanea sono abbastanza. Ci si può così far sentire vicini al vissuto del bambino, dimostrare la nostra presenza e il nostro appoggio.
2. Con lo stesso sorriso di cui sopra, descrivi ciò che vedi al posto di dire “bravo” o “brava”. “Vedo che hai preparato lo zaino da sola!” oppure “vedo che mi stai aiutando a preparare la tavola, grazie!” oppure ancora “vedo che ti piace disegnare e che hai usato molti colori diversi!” oppure “vedo che hai imparato a fare la ruota!” sono degli esempi. Dicendo questo diciamo anche che abbiamo notato quello che ha fatto il bambino o la bambina. Lo facciamo senza però giudicare. Gli diciamo: “Ci sono e ti vedo!” e a loro arriva “wow, la mamma c’è, mi vede, allora devo essere proprio importante per lei!”.
Questo approccio può essere utile per esempio se hai figli della stessa età, quindi gemelli, oppure alunni della stessa età nella stessa classe. Ti può aiutare infatti a dare valore alle loro conquiste individuali senza fare paragoni.
3. Fai domande, tante! Chiedi del processo, chiedi che cosa è piaciuto, chiedi come si sente. Chiedi qual è stata la parte più difficile, quella più facile, quella più divertente. Le domande nutrono l’interesse del bambino verso l’attività che sta facendo, aprono a nuovi scenari e riflessioni condivise. Sono sicura che a volte riceverai risposte che non ti aspetti! In questo modo darai molta importanza al percorso e poca o niente al risultato.
Qual è il confine che separa la lode dal feedback?

Ti può sembrare difficile, distinguere tra le feedback e lode. In fin dei conti si tratta pur sempre di un’abitudine da cambiare! Ma con un po’ di allenamento e di pazienza, tutto diventa più fattibile. Molti di noi sono cresciuti con un vuoto di riflessioni su alcuni aspetti educativi importanti e un vuoto di linguaggio per definirne le dinamiche. Costruire un nuovo vocabolario non è cosa semplice!
Per rispondere alla domanda che dà il titolo a questo paragrafo (mi viene fatta spesso), ti propongo a mia volta di rispondere ad altre domande.
Quando stai esprimendo un giudizio sul comportamento di tuo figlio, che cosa ti sta spingendo a farlo?
Le tue parole lo possono aiutare a sentirsi capace di fare qualcosa (e accrescere quindi l’idea di avere controllo sulla propria vita)?
Percepisci che il bambino sta costantemente cercando la tua approvazione?
Le tue parole servono a far comportare tua figlia “bene”? Senti che stai cercando di manipolare (lo so, suona dura questa parola, ma così è purtroppo) il suo comportamento verso ciò che vorresti tu? Oppure le tue parole la stanno sostenendo nello scegliere tra fare la cosa giusta o quella sbagliata?
Le tue parole stanno lavorando sul bambino per ottenere qualcosa subito oppure stai lavorando con il bambino per capire in modo approfondito le dinamiche di ciò che succede così da allenarlo a quella situazione che probabilmente si ripresenterà in futuro?
Andrà forse ai posteri l’ardua sentenza? No, dai, speriamo di no! Mi sa che va a ciascuno di noi e alla nostra onestà. Buon lavoro!