Come realizzare un laboratorio sui vulcani alla scuola primaria in modo creativo e divertente
Quest’anno con una delle classi della scuola primaria in cui insegno abbiamo parlato di un tema molto affasciante: i vulcani, un argomento trasversale molto amato da grandi e piccoli.
Non potevamo perdere questa ghiotta occasione per organizzare un laboratorio degno dei più grandi vulcanologi esistenti al mondo!
Partendo dalla loro curiosità e dal loro interesse, abbiamo studiato le caratteristiche dei vulcani e abbiamo sperimentato insieme come costruire dei vulcani in cartapesta realizzando dei plastici tridimensionali.
Troverai quindi qui sotto il nostro percorso di attività sui vulcani da proporre ai bambini.
Quando parlare dei vulcani alla scuola primaria?
In genere i libri di testo ministeriali indicano di presentare l’argomento dei vulcani agli alunni in classe terza o in classe quarta. Ma questo è solo ciò che è indicato dai sussidiari: in realtà ogni insegnante è libero di parlarne a scuola quando lo ritiene più opportuno.
Ormai sappiamo infatti che il “programma” alla scuola primaria non esiste più ormai da quasi un decennio. Ogni docente che sceglie di lavorare in modo flessibile e dinamico non solo è pienamente tutelato, ma soprattutto agisce perfettamente in linea con le attuali indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, il decreto legislativo che guida pedagogicamente e culturalmente chi fa scuola ogni giorno.
Detto ciò, il momento più opportuno per presentare un argomento a scuola è, a mio parere, quando questo attira naturalmente la curiosità di alunne ad alunni. In questo modo riusciremo a tenere alta la motivazione e forte l’entusiasmo che, come dico sempre, sono i veri motori dell’apprendimento.
L’interesse verso un argomento può infatti nascere dalle cose più inaspettate! Può scaturire grazie all’intervento di un compagno che parla di qualcosa che può interessare anche gli altri. Un fatto mediatico di grande rilievo, una ricorrenza che i bambini e le bambine conoscono o vedono vivere agli adulti possono spingere l’interesse della classe verso un determinato tema. Il naturale bisogno dei nostri alunni e delle nostre alunne di parlare o di approfondire alcune tematiche può essere un altro ottimo punto di partenza.
Nella nostra classe, ciò che ci ha spinto a parlare dei vulcani è stato proprio il susseguirsi di una serie di eventi naturali che hanno interessato la nostra Italia nei primi mesi di questo 2021.
Molti di noi a scuola erano rimasti completamente affascinati ed estasiati dai video delle eccezionali eruzioni dell’Etna che giravano in rete e tra i telegiornali in quel periodo. Il video che trovi qui sotto risale a febbraio 2021: come puoi vedere, le eruzioni in questione sono un vero spettacolo!
Laboratorio sui vulcani: da dove possiamo iniziare?
Quando ci si approccia ad un nuovo argomento, la strategia più efficace è quella di iniziare dalle preconoscenze degli allievi. Le motivazioni che sostengono questa semplice, ma ottima pratica sono molte.
Per riattivare le conoscenze pregresse di bambini e bambine, in questa attività didattica sui vulcani noi ci siamo guardati prima di tutto una serie di video-documentari di affascinanti eruzioni. Ce ne sono moltissimi in rete, io consiglio quelli di Etna-walk perché sono davvero ben fatti e la qualità delle immagini è alta.
Guardando questi video sui vulcani adatti ai bambini e non solo, chi già sapeva alcune cose ha potuto parlarne agli altri supportando le proprie conoscenze con l’aiuto delle immagini.
Chi non ne sapeva niente o poco più, ha potuto favorire dei benefici di essere all’interno di una comunità di apprendimento costituita dai compagni. Infatti mille parole di un’insegnante sono efficaci tanto quanto tre parole di un compagno o di una compagna! L’apprendimento è un evento sociale poiché è proprio stando con gli altri che si gettano le basi per apprendere in modo efficace. Noi adulti sprecheremmo molto talento di bambini e bambine se non facessimo fruttare la magia della socialità a vantaggio dell’evoluzione dei loro apprendimenti.
Dopo di che, abbiamo studiato l’argomento su alcuni testi che ho proposto (la rete e i libri ne sono pieni). Abbiamo utilizzato una carta geografica muta dell’Italia per indicare i vulcani attualmente attivi nella penisola, quelli spenti, quelli dormienti e quelli sottomarini.
Una volta studiate le caratteristiche dell’ambiente vulcanico, abbiamo deciso che sarebbe stato bello costruirne uno. Ma, dato che la nostra classe è piuttosto numerosa, abbiamo concordato che fosse meglio suddividersi a gruppi per portare a termine il nostro progetto. Così non ne abbiamo costruito uno, ma quattro, consci che di lì a poco avremmo suscitato l’invidia dei più rispettabili musei di geologia mondiali.
Ed eccoci quindi partire a piedi alla volta del fiume Brenta (a pochi passi dalla nostra scuola in campagna) per andare a raccogliere corteccia, sassi, sabbia, muschio… insomma tutto ciò che poteva tornarci utile per costruire un plastico come si deve!
Costruire un vulcano di cartapesta (con effetti speciali)
Una volta raccolto il materiale che poteva tornarci utile per preparare i plastici dei vulcani, abbiamo preparato i nostri progetti. Ogni gruppo ha pensato a come avrebbe fatto il proprio.
C’era qualcuno che lo voleva alto il vulcano, ma con la base piccola per farlo sembrare più imponente.
C’era qualcuno che lo voleva piccolo e bassetto il vulcano, ma con i paesi sui versanti così da far sembrare tutto un po’ più pauroso.
Qualcuno invece lo voleva enorme, largo e altissimo. Poi qualcun’altro l’ha convinto che a fare un plastico troppo grande c’avrebbero messo un anno e mezzo e che forse era meglio optare per un progetto un tantino meno ambizioso, per non stancarsi troppo.
Qualcuno voleva ricreare l’eruzione del 79 di Pompei: ne ha parlato ai compagni e dalle compagne con tanta convinzione e competenza da convincere in un battibaleno tutto il suo gruppo a ricostruire il Vesuvio di quell’epoca.
Infine, una volta condivise le preferenze di ciascuno, bambini e bambine si sono impegnati all’interno dei gruppi nella costruzione di un vulcano di cartapesta.
Quindi abbiamo poi costruito i plastici, incollato tutti i nostri reperti raccolti al fiume, dipinto il tutto il più realisticamente possibile, creato dei cartellini per identificare la varie parti del plastico. Mancavano solo… gli effetti speciali!
Attività didattica sui vulcani scuola primaria: esperimento
Abbiamo quindi pensato al modo più semplice ed efficace per far eruttare per davvero i nostri vulcani. Ci siamo procurati bicarbonato ed aceto. I due ingredienti infatti mescolati insieme producono una reazione chimica simile all’acqua della pasta che, schiumosa, bolle fuoriuscendo dalla pentola. Reagendo tra di loro formano infatti acetato di sodio, acqua ed anidride carbonica.
A questi due ingredienti, allo scopo di ottenere un’eruzione come si deve, noi abbiamo aggiunto della tempera rossa (ottimo anche il colorante alimentare) e del sapone per i piatti. Con la schiuma colorata abbiamo ottenuto un effetto più “lavico”.
Et voilà! Ecco ottenuti gli effetti speciali, sul vulcano e sulla classe: tanta lava che esce dai crateri e tanta gioia che brilla negli occhi!
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